Il convegno sulla “Dea, Sacerdotessa, Strega – L’involuzione del Sacro Femminino“, titolo molto intrigante, è stato ricco di contenuti ed immagini molto belle, esso ci ha portato a percorrere un viaggio lungo e particolarmente suggestivo, dalle origini fino ad oggi, arricchendo il nostro sapere.
La parola “involuzione” suggerisce un’idea di ritorno alle origini, di riscoperta di qualcosa che è stato perso o dimenticato.
Nel contesto del Femminino Sacro, l’involuzione si riferisce al recupero di una visione più antica e più profonda della femminilità, che sia più in contatto con la natura, la spiritualità e la propria essenza.
Le tre figure citate nel titolo – Dea, Sacerdotessa e Strega – rappresentano tre aspetti diversi del Femminino Sacro:
– La Dea rappresenta la femminilità divina, la potenza creatrice e la bellezza.
– La Sacerdotessa rappresenta la femminilità spirituale, la connessione con il divino e la guida.
– La Strega rappresenta la femminilità selvaggia, la libertà e la potenza.
Il tutto intervallato da una straordinaria attrice, Ilaria Drago, che ha letto ed interpretato meravigliosamente Maddalena, Antigone e Circe.
L’involuzione del Femminino Sacro dovrebbe quindi significare un ritorno a queste tre figure, un recupero della loro potenza e della loro saggezza, e un’integrazione di queste qualità nella vita moderna.

Non è un caso la scelta della copertina degli atti del Convegno, che raffigura il particolare della Maddalena tratto dalla pala “La Pietà «di Carlo Crivelli. Straordinaria raffigurazione che nel suo particolare mette in risalto due mani che s’incrociano, quella del Cristo e quella della Maddalena, la mano del Cristo, con una piccola apertura, come a raffigurare una bocca aperta verso la mano destra della Maddalena posta sul cuore. Si tramanda così il soffio della morte che si tradurrà in rinascita ma anche sinonimo di censura “ti parlo attraverso un altro mezzo”. Come la Madre, Maria, accoglie la morte del figlio così la Maddalena vedrà la sua risurrezione. Questo particolare pone in essere la tradizione attraverso la trasmissione. Una mano che non è morta ma al contrario viene ritratta energica affinché l’Opera possa compiersi e possa comunicare attraverso l’immagine. Ecco che il Divino si consacra attraverso Maddalena quale custode che avrà il potere di generare, di accogliere e di elevarsi. Non si poteva scegliere un particolare migliore di un opera artistica per rappresentare come i due emisferi sono necessari e complementari. È necessario che uomini e donne tornino a incarnare le loro rispettive energie riconoscendo in ognuno le differenze. Questo viaggio è doveroso affinché quel potere ancestrale che ci è stato donato torni nel solco della sua natura. Snaturando l’essenza femminile che è stata sempre proiettata alla luce, all’amore, all’accoglienza, alla pace, questa essenza si è diretta a servizio del suo lato ombra incarnando gli aspetti del potere e della competizione. Il Sacro femminino è legato ai quattro elementi e ad essi deve fare ritorno. La natura ci pone questa visione partendo dalla semplice Terra, quale ventre che accoglie il seme e attraverso l’oscurità della natura dormiente, lo proietta vigoroso e forte con l’aiuto dei suoi elementi. Le donne sono innegabilmente depositarie privilegiate in quanto rappresentano il futuro della nostra stessa evoluzione. Come il Santo Graal rappresentano il principio della Madre Divina. Anche Papa Giovanni sostenne che Dio era Madre in quanto la principale valenza femminile è la cura e la protezione della vita.
Nei vari passaggi si è parlato di sciamane, di maghe e a queste figure non va dimenticato il ruolo delle alchimiste dove la donna assume il ruolo della trasformazione, ruolo centrale per il conseguimento della Grande Opera. Qui la natura ha un compito principale e si ricongiunge con la Madre Terra, da lei tutto proviene, tutto nasce e si trasforma. Nei giardini delle “streghe” il culto del mistero della pianta s’intreccia con l’applicazione che vaga tra magia e medicina. Nella donna vi è racchiuso il senso della vita e della trasformazione che la porta ad incarnare il senso del mistero e dell’equilibrio. A questo proposito nel 1780 l’astronoma Caroline Herschel scriveva all’amica Mary Somerville (matematica scozzese): lo sapevi che Hildegard Von Bingen propose un Universo eliocentrico circa 300 anni prima di Copernico? …ma chi l’avrebbe ascoltata?
Il nostro viaggio si è concluso, un viaggio meraviglioso che ci ha regalato grandi emozioni, riflessioni e incontri straordinari attraverso le voci di Maddalena, Antigone e Circe…
Ringrazio Costanza Bondi, Elena Ferraris e Ilaria Drago per la loro intensa partecipazione a questo terzo Convegno del Gran Capitolo d’Italia.
La Pietà al contrario è caratterizzata da concentrata intensità espressiva, che culmina nel gioco delle mani dei protagonisti e nel volume sfogliato dal vento che spegne la candela.
The Dead Christ, on the other hand, is remarkable for its concentrated intensity of expression culminating in the play of the figures’ hands and the book whose pages flutter in a breeze that also causes the candle to gutter.
Carlo Crivelli (1430-1494/5) – Pietà (1493) olio e tempera su tavola – dimensioni cm 128 x 225 – Pinacoteca di Brera – Milano
Carlo Crivelli (1430-1494 / 5) – Coronation of the Virgin with the Trinity and saints (1493) oil and tempera on panel – dimensions cm 128 x 225 cm – Pinacoteca di Brera – Milan.
